L’arte di gestire le emozioni nello yoga si chiama Pratyahara e deriva da due parole sanscrite: prati che significa verso e aahara che significa raccolta, per cui il suo significato letterale è “controllare i poteri in uscita della mente, liberandola dalla schiavitù dei sensi”.
Pratyahara ti guida al distacco e alla gestione consapevole di sensi ed emozioni, meglio di qualsiasi altra cosa. Il corpo non è tutto, perché in verità siamo la nostra vita interiore. Ciò significa che dobbiamo occuparci e preoccuparci, prima di tutto, di ciò che abbiamo dentro, e non di ciò che avviene fuori.
Pratyahara Yoga è la via migliore per aiutarsi nel percorso di gestione emotiva.
Il corpo raccoglie come un calice aperto tutti i pezzi e le esperienze sensoriali della vita interiore, quindi bisognerebbe coltivare solo emozioni positive, felicità – pace – serenità o tutto ciò che alimenta la nostra Anima e il resto metterlo da parte e lasciarlo andare, anche se la tendenza della mente è fermarsi sull’inspiegabile e inaccettabile dolore.
Lo yoga in effetti non cerca una spiegazione a questo dolore e alla sofferenza, ma, attraverso l’arte del pratyahara, coltiva la natura sensoriale di beatitudine e non solo, perché pratyahara è molto più profondo.
Lo yoga, non cerca le ragioni del dolore o della sofferenza; nel vero yoga infatti non è interessante penetrare le ragioni dell’illusione, ma è fondamentale produrre quei semi, quindi quelle sensazioni, che rendono il corpo l’espressione della felicità e del divino amore.
Negli 8 stadi dello yoga si fa riferimento, appunto, a Pratyahara, il controllo dei sensi, proprio per evitare di penetrare l’illusione e le espressioni distruttive della vita, dando loro forza, densità e consistenza.
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